Negli anni, Tenuta Belcorvo è cresciuta e si è ampliata. Ai primi vigneti si sono aggiunti nuovi terreni e nuovi vitigni. Le etichette delle nostre cantine si sono moltiplicate e così anche le quantità dei vini prodotti.
Nonostante questo, c’è una cosa che non è mai cambiata: il valore fondamentale che abbiamo sempre attribuito alla famiglia. Perché Tenuta Belcorvo è proprio questo: un’azienda familiare, in cui la vecchia e la nuova generazione lavorano fianco a fianco per portare avanti una passione decennale.
Da pochi anni, la seconda generazione della famiglia Buffon è entrata a pieno titolo nella gestione degli affari di famiglia, apportando un contributo indispensabile in termini di competenze ed energie.
È così che ha fatto il suo ingresso nel team anche Davide, figlio di Renzo.
Giovanissimo, appena 23 anni, ha scelto per il suo percorso scolastico di rimanere legato agli interessi familiari, diplomandosi all’Istituto G.B. CERLETTI di Conegliano.
Dal 2019, Davide è quindi entrato in azienda con l’incarico di occuparsi degli aspetti più scientifici della produzione.
Abbiamo rivolto a Davide qualche domanda sulla sua esperienza con il mondo del vino e il suo rapporto con Tenuta Belcorvo:
Davide, come definiresti il tuo rapporto con il vino?
Senz’altro, nel corso degli anni per me il vino è diventato sia un lavoro che una passione.
Chi è l’enologo e cosa fa? Di cosa si occupa la figura dell’enologo in Belcorvo?
Innanzitutto, devo fare una precisazione: io non sono enologo, ma enotecnico! Ad ogni modo, entrambe le figure si occupano di sovrintendere a tutto il processo di vinificazione, dall’impianto del vigneto fino all’imbottigliamento del prodotto finito.
Il mio ruolo all’interno di Tenuta Belcorvo prevede il mio intervento, ad esempio, nella valutazione dei criteri di maturità delle uve prima della vendemmia. Ma soprattutto mi occupo delle analisi, chimiche e fisiche, del prodotto durante le varie fasi di lavorazione.
Preferisci stare di più in vigna o in cantina?
Mi piace davvero il mio lavoro a 360 gradi. Però, se devo esprimere una preferenza, direi che la parte della cantina mi piace di più.
Lavorare sulle fasi successive alla vendemmia e applicare le proprie conoscenze per conoscere a fondo e migliorare il prodotto finito dà davvero molta soddisfazione.
Come ha influito la tua infanzia e l’essere nato in una famiglia devota al vino rispetto alla scelta di diventare enologo?
Il fatto di essere nato in una famiglia come la mia e aver sempre respirato e vissuto questo mestiere mi ha aiutato molto nella scelta.
L’aver potuto mettere subito a frutto i miei studi, cominciando a lavorare molto presto in azienda, è certamente un’ottima possibilità per il mio futuro professionale.
A che vendemmia sei?
Con quella del 2020, sono arrivato alla mia quarta vendemmia. Ne ho fatte tre in Italia e una in Brasile.
Come stanno cambiando viticoltura ed enologia? Quanto conta la tecnologia al giorno d’oggi?
Negli ultimi anni, la viticoltura e l’enologia sono molto cambiate. Sicuramente hanno beneficiato del miglioramento della tecnologia, che non deve mai essere vista come una minaccia, ma come un aiuto affidabile a cui appoggiarsi per perfezionare le tecniche tradizionali. Per ottenere una buona qualità e riuscire a conservare bene il vino nel tempo, la tecnologia oggigiorno gioca davvero un ruolo fondamentale.
Allo stesso tempo, anche i gusti delle persone sono cambiati. La sensibilità di chi produce vino sta anche nell’identificare questi cambiamenti e, in caso, saper adeguare di conseguenza la propria produzione.
Con Tenuta Belcorvo abbiamo la fortuna di poter realizzare vini diversi, con caratteristiche molto distanti tra loro. In questo modo possiamo incontrare i gusti di un pubblico ampio e soddisfare le esigenze di tutti i palati!