[Umidità]
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Illuminazione, temperatura, aerazione e umidità: sono le componenti essenziali alle quali prestare attenzione per poter conservare correttamente i vini. Ne abbiamo parlato nell’articolo dedicato alla creazione di una cantina in casa, dando alcune indicazioni universalmente valide. Ma se ottenere l’illuminazione e la temperatura adatte è realizzabile con relativa facilità, forse lo stesso non si può dire per l’umidità!
Che cos’è l’umidità?
L’umidità è la quantità di vapore acqueo presente nell’aria. Spesso quella eccessiva è un problema che affligge seminterrati, taverne e cantine, provocando la fastidiosa muffa che ne intacca le pareti. Un alto tasso di umidità, però, può essere un elemento da sfruttare per la conservazione del vino.
Qual è il giusto grado di umidità al quale conservare i vini?
Innanzitutto, bisogna specificare che il parametro da prendere in considerazione è quello dell’umidità relativa, misurabile facilmente con un igrometro. Più elevato è il tasso di umidità, più lentamente il vino evolve. Riuscire ad avere una percentuale di umidità intorno al 70% sarebbe ottimale. Con un tasso più elevato, si correrebbe il rischio di provocare muffe indesiderate sui tappi in sughero e di rendere illeggibili le etichette. Con un’umidità più ridotta, invece, i tappi possono asciugarsi troppo, favorendo l’ingresso di ossigeno all’interno delle bottiglie e causando così l’ossidazione del vino.
Cosa fare per ottenere il giusto tasso di umidità?
In seminterrati molto umidi, dove le pareti restituiscono una sensazione di bagnato al tatto, è buona norma realizzare un cappotto interno, così da isolare l’ambiente. Per evitare che l’umidità ristagni eccessivamente è poi indispensabile fare in modo che il locale sia adeguatamente aerato.
Nel caso in cui, viceversa, l’umidità è troppo poca, è bene dotare la cantina di un sistema di umidificazione attivo dell’aria.